La crisi Italiana? La Terza Via non è la Via d’Uscita
La terza via non è la via di uscita
Da più parti mi arrivano richieste e sollecitazioni per dare delle spiegazioni sulla difficoltà italiana ad uscire dall’attuale situazione economica.
La risposta non è facile, La terza via non è la via di uscita.
Pur essendo caratterizzata da connotazioni economiche generali simili a quelle della Spagna, Grecia, Portogallo e Irlanda, per altri aspetti l’Italia è in una situazione particolare e a sé stante.
Nel nostro sistema coesistono due principi opposti:
il “Consumismo” più sfrenato del Capitalismo;
lo “Statalismo Sociale” che ha sempre visto il “lavoro” non come prestazione di servizio ma come una vera “forza politica” tipica dei Sistemi Socialisti;
Un esempio pratico
ci viene da quelle che sono le ricette ufficiali per uscire dalla crisi:
da un lato abbiamo Confindustria (che spinge alla spesa pubblica come ricetta per creare la “crescita”);
dall’altra parte le Forze Sindacali (che auspicano e chiedono al futuro Governo un aggravio di 40 miliardi di tributi per reinvestirli nella “Crescita”).
Tuttavia tutte le parti sociali coinvolte ben conoscono, che in virtù dei nuovi accordi europei, il nostro Bel Paese dovrà affrontare un Piano di Rientro del Debito Gigantesco.
Pertanto il pensiero prevalente nel nostro Paese si può così semplificare:
A destra si vogliono le liberalizzazioni e la vendita del Patrimonio dello Stato, per incentivare la crescita e la spesa dello Stato.
A sinistra si vogliono le stesse cose, ma chieste in maniera diversa: si cerca infatti “Più Lavoro”, per mettere in tasca più quattrini e quindi far spendere di più per sostenere i consumi.
Al Centro si vuole un po’ dell’uno e un po’ dell’altro.
La verità è che l’Italia non ha bisogno di consumi effimeri o di crescere di più, ha solo bisogno di migliorare la Qualità sostenibile della Spesa e diminuire la quantità di Spesa Pubblica.
Pertanto in conclusione possiamo dire che la famosa Terza via non è la via di uscita.
La Scelta dal nostro Bel Paese è risultata essere un fallimento totale. Non rappresenta la soluzione in quanto essa non rappresenta né il sistema capitalistico né il sistema socialista, ma è una via di mezzo che ha preso il peggio delle due vie.
Solo cambiando questo paradigma idealistico si potrà cominciare a pensare e a progettare un nuovo futuro del nostro paese.
L’alternativa al “Non cambiamento” è quello di una recessione continua e permanente a causa dei vizi strutturali del sistema.