Se qualcuno magari sapesse che lo stato di indebitamento pubblico della California non ha niente da invidiare a quello italiano e che la situazione economica californiana è quasi al default, sicuramente la finirebbe di fare confronti poco auguranti per la Sicilia.
L’ingegnere P. Pistorio, con quella faccia da simpaticone, tipica di chi sà che qualunque cosa dica gliela si possa perdonare – se non altro per quell’aspetto da bonaccione rassicurante- e da buon manager dello Stato che non ha mai rischiato nulla di suo, se ne viene fuori con la sua “scoperta dell’acqua calda”:”Gestiamo i nostri tesori come un’azienda!”. Un pò come dire:”Armiamoci e partite”. La verità è che lo Stato non dovrebbe gestire le attività, ma semmai controllarle. Non ci stupiscono le cose espresse dall’ingegnere Pistorio, poiché il suo parere appartiene ad un vecchio concetto di economia, e cioè al paradigma di sviluppo attraverso il capitale di debito, pubblico o privato che esso sia. Questo sistema non regge più; il nuovo paradigma non può e non deve essere basato sul capitale di debito. I nostri beni si valorizzano curandoli, conoscendoli e, perché no, magari amandoli. No grazie ingegnere Pistorio, se ne stia tranquillo nei dintorni di Ostuni, a godersi la sua pensione. Ai beni culturali ci pensi la nostra gioventù, che magari conosce la storia dell’arte e che non saprebbe come assemblare un chip di silicio, come lei! Giù le mani dalle cose serie! L’arte non si produce come tavolette di vetro, ma si valorizza con un interesse che nasce dal basso e non deve necessariamente creare utili, ma servire da esempio per le generazioni future.